Si trattava di intervenire con un’operazione di restauro edilizio e riqualificazione funzionale capace di relazionare tra loro alcuni edifici presenti in un antico parco posto all’inizio di corso Francia a Rivoli. La disparità della qualità architettonica dei manufatti edilizi rendeva particolarmente arduo il compito, che si è scelto di affrontare utilizzando il giardino come legante spaziale tra siti e costruzioni ed esibendo i caratteri peculiari, positivi o negativi che fossero, dei singoli episodi. I maggiori interventi hanno riguardato il restauro filologico di una palazzina di caccia di impianto settecentesco ma successivamente rimaneggiata a metà Ottocento secondo gli stilemi neorinascimentali, la riqualificazione di una villotta desolatamente anonima della fine degli anni Sessanta del secolo scorso e la rifunzionalizzazione dell’antica aranciera ad atelier artistico. Nel primo caso, la raffinatezza dell’oggetto architettonico, pur in deprimenti condizioni di manutenzione, ha suggerito un’operazione di restauro filologico attenta e rispettosa di ogni indizio individuabile: la trina delle ghise di ringhiere e fioriere piuttosto che comignoli e serramenti originali sono stati materia di un affettuoso intervento di rinnovamento che ha permesso di riconsegnare all’edificio una plenitudo architettonica che gli anni di incuria avevano iniziato a compromettere. La scelta di cromatismi caldi per la ridipintura esterna della casa ha accentuato il carattere di gioiosa solarità dello stabile. Anche l’intervento sull’aranciera ha teso a irrobustire l’ottima qualità architettonica della preesistenza, limitandosi ad accentuare le peculiarità presenti e utilizzando le scelte cromatiche a conferma dell’indissolubile legame con la palazzina di caccia. L’intervento sull’edificazione più recente è invece esito di un concept progettuale maggiormente articolato che ha scelto di esibire il piano terra come punto di mediazione tra l’avvilente banalità della costruzione e lo splendore naturale del parco e dei suoi antichi edifici. Il primo piano è stato oggetto di un’attenta riqualificazione solo interna, mentre al piano terra il profondo rimaneggiamento funzionale necessario per l’inserimento di una piccola galleria d’arte ha permesso di consegnare a tale livello un’accentuata caratterizzazione: l’irrobustimento delle colonne per originare un ironico colonnato ionico, lo strabordare della pavimentazione lignea sul prato circostante e la creazione di una pergola di schinkeliana memoria per segnare con precisione il luogo come interconnessione tra naturale e costruito, l’uso di un cromatismo algido a sottolineatura della cercata neutralità tra le opposte qualità architettoniche presenti hanno sostanziato il primigenio intento ricompositivo riaffermando con distaccata ironia i divari esistenti. La cura impiegata nell’individuazione e definizione degli spazi esterni (percorsi, campi da gioco, pergolati, pavimentazioni) ha permesso un’ulteriore accentuazione del ricercato carattere unitario dell’insieme. |
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